Michela Franceschina






DIMMI ADESSO SE TI SENTI
  
Sparire, sparire,
il vino, il pane, il camper, fuggire
prendere il cuscino e scappare
respirare e guidare.
 
Paure, paure,
Scompaiono sul retrovisore,
La speranza no, non le teme,
Dividiamola insieme.
 
Misurare il tempo con la luce,
E gridare forte il nostro nome,
Fino a rimanere senza voce.
 
Far suonare forte il clacson nelle gallerie,
E riempire la memoria di fotografie.
Dimmi, adesso cosa senti?
Appannare i finestrini e disegnarci su,
Osservare il cielo nero e non pensare più.
Dimmi adesso cosa senti?
 
Guarire, guarire,
Il vento sulla pelle e capire
Che la resistenza è davvero,
Che non è solo un pensiero.
Per ore, per ore,
Sentire come cambia l’odore
Della schiuma bianca sul sale,
Quando il giallo scompare.
 
Togliere i calzini e camminare fuori,
dove il grigio muore e nascono i colori,
Quando è la natura a scegliere gli attori.
 
Affogare nel gelato tutte le fobie,
E condire l’insalata con le fantasie.
Dimmi adesso se ti senti?
Fare ancora una partita per un punto in più,
Bere l’ultimo bicchiere e vincere i tabu.
Dimmi adesso se ti senti?
 


RESTO ZITTA
 
Ho cercato le parole fino a perdermi nel vuoto.
Ho avvertito i loro echi senza coglierli nel buio.
E sono rimasta immobile, quasi in un fermo immagine.
 
Ti libererei me ne andrei, me ne andrei,
Sai che lo farei.
Per lasciare solo l’essenza di me, scia di luce sulla polvere.
Sono dentro te o sono fuori da te, mente sterile,
Tutte le mie idee, le tue idee, nostre idee,
Particelle pronte a correre?
 
Io resto zitta e faccio a modo mio,
Certo non sono un dio ma adesso sto da dio.
Tu, tu che vivi come se ci fossi solo tu, non ti disturbo più,
Sto nel mio mondo.
 
Ho osservato il tuo rumore troppo a lungo sai, che noia.
L’ho rinchiuso nel cassetto dove c’era la mia gioia.
L’ho lasciato lì ed ho scelto me, serenità possibile.
 
Mi libererei me ne andrei, me ne andrei,
Ora lo farei.
Per dimenticare quel senso di te, dolce come il sale in un bignè.
Eri dentro me, ma sei fuori da me,
Ramo sterile.
Prendo le mie idee, buone idee, le mie idee,
Gemme rosse pronte a crescere.
 
Io resto zitta e faccio a modo mio,
Certo non sono un dio ma adesso sto da dio…
 


CLICHE'
 

E’ diventato un cliché
Usanza un po' demodé
Alzarmi presto al mattino
Organizzare un giorno che
già mi sembra un po' ieri
Spero sia meglio di ieri 
lo saprò da domani
Non mi serve correre
 
Siamo appena ad aprile
E voglia non ne ho più
Di continuare a dormire in questo cerchio di cristallo blu
Siamo ancora ad aprile
E voglia non ne ho più
(Non ne ho più)
 
Sbatto la faccia sul vetro
Mi giro e c’è ancora vetro
Non mi guardo più indietro
corpo fermo e stabile
E vedo tutta la gente
Mentre fa finta di niente
Rinchiusa concupiscente
non crede più alle favole
 
Stanca di viaggiare in una bolla di sapone
Vivere sospesa ed osservare il mondo immobile
 
dormire sognare sperare pregare
svegliarsi alzarsi mangiare chiamare
sfilare cantare suonare filmare
giocare volare restare
solcare potare piantare girare
temere tacere tenere lasciare
sentire guarire cucire nutrire
piegare parlare restare
 
è diventato un cliché
Usanza un po' demodé
Svegliarsi presto al mattino
Provare ancora a vivere
In questa calma apparente
Nella paura latente
Che tutto resti per sempre
Non mi serve correre
 

NOIA


Forse mi serve qualche idea per cominciare un viaggio nuovo, da fare insieme a te, che fermi il tempo
e nello spazio che lascio sempre tra noi due
c’è un mondo di progetti .
Vedo che tu hai paura di provare questa sensazione di instabilità,
strana libertà
Vieni, ti porto in un mare di barche in festa, dove l’acqua
profuma di tabacco e vino, zenzero cannella e the.
Sali, scendiamo a Parigi o a Copenaghen, ma mi dici
che a te piace la Svizzera e allora sai che c’è?
Nella stiva ho parcheggiato il jet

Corre, veloce il mio pensiero laterale, mentre guardo
fuori dal finestrino e cerco moto ed automobili,
gialle come il sole, per poi darti pugni e dirti:
vedi, sono più svelta io e i tuoi riflessi sono lenti, sembri un bradipo, assecondami
Noia, nel gioco ritrovo la vera essenza delle cose
e la spontaneità che il folle dona in piena libertà. Scelgo di avere più maschere da indossare,
se mi guardi
lo vedi che mi piace farti ridere così, ecco forse il trucco è tutto lì

Senti come sale questa voglia di guardarti fisso e dirti…

Voglio provare a convincerti che il mio mondo è fantastico
Vieni, ti porto in un mare di barche in festa, dove l’acqua
profuma di tabacco e vino, zenzero cannella e the.
Sali, scendiamo a Parigi o a Copenaghen, ma mi dici
che a te piace la Svizzera e allora sai che c’è?
nella stiva ho parcheggiato, nella stiva ho parcheggiato, nella stiva ho parcheggiato il jet

MERCATO DELL’AMORE

 
Ferma, seduta, tra queste quattro mura latte e pesca
attendo, sul mio divano ottocentesco
inspiro, l’odore forte e intenso della noia,
aspiro, a psicanalizzarti sotto le lenzuola
 
Suona, il campanello ancora e ancora arrivi tu
magnifico esemplare di virtù e
vieni da me cercando una via d’uscita
una scappatoia dalla cruda realtà che cambia
 
Con lo zuccherino sul cucchiaio, vorresti scordarti che
 
Hai rinunciato a tutto per avermi
Casa, moglie, gatto e figli e cabriolet
Svenduto le tue tele all’asta
Per pagarti il giro in giostra
Chiuso in un cassetto tutta la tua dignità
 
Pioggia, densa e marrone più di qualche volta
porta, costantemente ondate di insoddisfazione
ed io, svogliatamente accolgo ogni frustrazione
come merito al valore di una che non conta.
 
La fatina verde sul tuo dito, ti fa dimenticare che
 
Hai rinunciato a tutto per avermi
Casa, moglie, gatto e figli e cabriolet
Svenduto le tue tele all’asta
Per pagarti il giro in giostra
Chiuso in un cassetto tutta la tua dignità
 
Ora il libero mercato dell’amore
ti sembra certa cura per sanar le tue fratture.
E tu t’inchini a me per mendicare amore:
il corsetto me lo tolgo a caro prezzo,
ma dai tacchi no, non scenderò!
 
Hai rinunciato a tutto per avermi
Casa, moglie, gatto e figli e cabriolet
Svenduto le tue tele all’asta
Per pagarti il giro in giostra
Chiuso in un cassetto tutta la tua dignità
 
Casa chiusa, porte aperte, per chi sogni più non ha

L’ ANIMA

 
Lei ti darà segno di sè
Lei ti dirà il tuo nome
Lei ti darà un segno di sè
Ti chiamerà a sè!
 
La sentirai, ma dove!?
Proprio qui in mezzo a te…
Lei urlerà il tuo nome,
è l’anima a chiamare…
 
Perso nella corsa a far di te,
 ciò che gli altri si aspettano,
ti pieghi per convincerli che sei
quello che tu non vorresti mai,
e ciò che ti resta è la distanza da
ogni traccia di verità,
nient’altro che la somma delle cose che…
Ti spegneranno l’anima!
 
La sentirai, ma dove!?                   Lei ti darà segno di sè
 
Ti chiamerà uuuhh!                        Ti chiamerà con il tuo nome
 
La sentirai, la seguirai                     Lei ti darà un segno di sè
 
È l’anima a chiamare!!                    Ascolterai le sue parole
 
Cupo ed inquadrato come noi
stai tranquillo comprendo sai,
se marci assieme agli altri tu dimostrerai che
ormai sei la tua maschera,
un altro fra gli oggetti che possiederai,
copia incolla di vanità,
sei carne da cannone per pubblicità
che poi ti spegne l’anima!
 
Che chiama dentro te…
Proprio qui in mezzo a te..
Lei chiama dentro te..
Proprio qui in mezzo a te eeehh!!!
Ti parlerà, ti chiamerà                       Lei ti darà segno di sè
 
Ti chiamerà uuuhh!!                          Ti chiamerà con il tuo nome
 
La sentirai, la seguirai                        Lei ti darà un segno di sè
 
La seguirai uuuhh!!                            Ascolterai le sue parole
 
 
Ti parlerà, ti chiamerà                        Lei ti darà segno di sè
 
Ti chiamerà uuuhh!!                           Ti chiamerà “ muse di mone”
 
La sentirai, la seguirai                         Lei ti darà un segno di sè
 
La seguirai uuuhh!!                             L’ascolterai, urla il tuo nome
 
Lei chiama dentro te..
Proprio qui in mezzo a te..
Lei chiama dentro te…
Proprio qui..in mezzo a te.

ECO DI TE

Vorrei dormire senza sentire l’eco dei tuoi passi dietro di me
Come lamenti, scorrono lenti, rotolano sopra la realtà
Vuoti e pesanti come gli istanti in cui mi modellavi l’anima
Dimmi dove fuggire, dimmi come volare, dimmi cosa cercare, dimmi chi

Dimmi chi è che considero casa mia
Nido accogliente che si apre anche alle tre di notte
Mostrami la strada, aprimi la mente,
fa tacere quella voce che, quella voce che
mi prega di volatilizzarmi nell’istante in cui vedo che la soluzione c’è

bugie perverse, strade traverse, per privarmi della serenità
il tuo potere, nel tuo volere, non saziava la tua avidità
nella tua assenza la tua presenza, maschera che il tempo scioglierà
dimmi come guarire, dimmi dove guardare, dimmi cosa accettare, dimmi chi

Dimmi chi è che considero casa mia
Nido accogliente che si apre anche alle tre di notte
Mostrami la strada, aprimi la mente,
fa tacere quella voce che, quella voce che

grida, sorda, lana di vetro dietro a un muro di illusioni
fiamma nera, copre di cera il mio mondo di cristallo e
Dimmi chi è che considero casa mia
Nido accogliente che si apre anche alle tre di notte
Mostrami la strada, aprimi la mente,
fa tacere quella voce che, quella voce che

e’ dentro di me e vorrebbe cacciarti via
facile da dire sai, non ci riesco mai, ma non mi cambierai
Mostrami la strada, aprimi la mente,
fa tacere quella voce che, quella voce che
mi prega di volatilizzarmi nell’istante in cui vedo che la soluzione c’è
 

BACK IN OLD AMERICA

 
In due col martello e un altro con la sega,
per finire la forca, un classico del cinema western.
Del cinema western di stampo ollivudiano,
domani all'alba impiccano un indiano.
Cieco come un pipistrello,
mezzo sordo e un poco smemorato
lo sceriffo tiene tutti i viaggi in un armadio.
 
Quando lavora non odia mai,
cicca e cappello non li toglie quasi mai,
neanche quando a Natale fa il bagno,
ma soltanto quando lui va in chiesa per pregare!
 
Oh! Mio Signore benedici il mio ritorno
Nella fredda e nuda terra!
Mio Signore benedici il mio ritorno
Sono un povero cowboy.
 
Che risposte vuoi dare a chi già sa che deve morire?
Neanche i preti amico sanno cosa cazzo dire.
 
I due col martello e l'altro con la sega
stasera andranno a casa,
ma forse troppo tardi per cenare.
 
Queste fragili vecchiette,
così felici di essere sparate
attraverso i cieli ad ottocento miglia all'ora.
 
Mangiano pollo in balìa di un brutto film,
chiuse per ore in aeroplani sopra il mare...
si rinfrescano con le salviette,
fanno con la mano salutoni al capitano!
 
Oh! Mio Signore benedici il mio ritorno
Nella fredda e nuda terra!
Mio Signore benedici il mio ritorno
Sono un povero cowboy.
Non ci sono risposte da dare a chi sta per precipitare...
dammi retta amico e rimettiti a sedere.
Oh! Mio Signore benedici il mio ritorno
Nella fredda e nuda terra!
Mio Signore benedici il mio ritorno
Sono un timido cowboy.
 
God bless my back in old America ‘n’ save
My soul I’m an ordinary boy, oh!
Oh! Mio Signore benedici il mio ritorno
Sono un povero cowboy.


LA TUA VICINA DI CASA

La tua vicina di casa
Vorrei esserlo io.
Per vederti entrare nel soggiorno, pur restando nel mio.
E sentirti uscire immaginando che tu
Viva senza paure, che sia felice, che rida.
 
Quella vicina silenziosa, che sembra non esserci mai.
Che riconosce il tuo umore solo ascoltando i passi che fai.
 
Vorrei poterti ammirare sempre da lontano.
Poter sfiorare la tua porta senza passarci la mano.
 
E tu, così, non lo saprai,
Che vivo sempre qui anche se distante come non mai.
E che non è una parete, o due, o tre,
A contenere tutto il bene che io voglio per te.
 
La tua vicina distante, sai, vorrei esserlo io.
Per non disturbarti neanche quando dormi,
Tanto nel tuo sogno non ci sono più io
E farei passi leggeri, come quel gatto, che
Si avvicina alla finestra, si mette in posa e aspetta.
 
Vorrei poterti ascoltare sempre,
Dal mio divano.
Come il mio disco preferito, che poi
Ripongo piano piano.
 
E tu così non lo saprai
Che vivo sempre qui, anche se distante come non mai.
E che non è una parete, o due, o tre,
A contenere tutto il bene…
 


MIRAGGIO
 
Io non so la verità
Non conosco
il disegno che avevi creato per noi, senza chiedere
Non capisco cosa fai alla porta
Ti nascondi, non bussi, ma so che ci sei
 
Vieni avanti, cosa aspetti lì
Questa è come fosse casa tua
Non devi chiedere il permesso per entrare.
Nemmeno quanto ancora tu possa restare.
Vuoi parlare, bene, ascolterò
E magari un giorno accetterai
 
Che non mi frega se mi credi o non mi credi
Quando ti dico che ci tengo ancora a te.
Se cerchi altrove spiegazioni non avrai la verità
La porta resta aperta se ti passerà.
 
È cambiato tutto e non ho più voglia
Di vederti cercare un riflesso di noi.
Tu ti ostini ma ti aspetterò
Fino a quando non lo capirai.
 
Che non mi frega se mi credi o non mi credi
Quando ti dico che ci tengo ancora a te.
Ero abbagliato da un miraggio che col tempo scorderò
La strada è lunga, il mio percorso già lo so.
 
Ho già risposto a tutto quello che mi chiedi
Un disco rotto che può rompere anche me.
Ed ora credi di vedermi nella mia autenticità
È questo il prezzo da pagare per l’eccesso di bontà.
 
Rompi lo specchio se non cogli il mio difetto e credi ancora sia diverso
Il mio sguardo verso te.
Lasciami andare, porta via le tue paure ma proteggile da te.
 
La porta è chiusa e finalmente tu mi credi
Ora hai capito che ci tengo sempre a te.
Ero accecato da un miraggio che col tempo scorderò
La strada è lunga, il mio percorso già lo so.
 

PERSA

 
Giro la chiave ma il motore non si accende,
un rombo impercettibile invade la mia mente,
piede a tavoletta sull’acceleratore,
fumo acqua sbuffi, ma l’auto non si muove.
 
Scendo dall’auto provo a spingerla un po’,
marcia in folle, folle l’uomo che la trovò,
ma per me quest’auto ha fatto già un gran passo avanti:
se una storia non funziona non prenderla a calci.
 
Sono brava a stringere nei pugni la nebbia,
come se volessi far fuggire la rabbia,
dipingere un abito di tinta trasparente,
occhio non vede cuore non duole.
Persa in un circolo vizioso di pensieri,
che ti viziano a pensare che oggi non sia come ieri,
dimmi le parole, come cavolo le trovi,
se non riesci neanche a concepire tempi nuovi.
 
Smettila di far volare in aria il tuo cervello
dove l’aria è rarefatta, effetto da spinello,
spillo dalla testa gli ultimi dieci ricordi
dove tu ed io insieme siamo ancora forti.
 
Piangere e gridare adesso no non serve a niente,
ora che lui ti ha centrifugato la mente,
farmaci psicologi non sai su chi contare,
e chi cerca di parlarti non lo vuoi ascoltare.
 
Sono brava a stringere nei pugni la nebbia,
come se volessi far fuggire la rabbia,
dipingere un abito di tinta trasparente,
occhio non vede cuore non duole.
Persa in un circolo vizioso di pensieri,
che ti viziano a pensare che oggi non sia come ieri,
dimmi le parole, come cavolo le trovi,
se non riesci neanche a concepire tempi nuovi.
Tempi in cui la primavera c’è una volta all’anno
ed alcune cose in quel periodo sono un danno,
tempi in cui non ti cercavo se avevo bisogno,
mi bastava chiuder gli occhi ed eri li nel sogno.

NON è UNA FAVOLA


Rilassa la tua espressione non mi aiuterà e poi si sa passa com'è arrivata se ne va c'è lei prima per te imprescindibile perché come vedi resti in piedi anche senza me La mia integrità la tua fedeltà con il tempo scivola la complicità è una rarità ma non è una favola Si rischia la tentazione ci consuma già si sente la scossa ma preferisco l'onesta' non c'è posto per me inaccettabile perchè come vedi resto in piedi anche senza te
La mia integrità la tua fedeltà ogni tanto scivola la stabilità la tranquillità qui non è una regola Scendo fino in fondo mi difendo
l’anima Scendo fino in fondo mi riprendo l'anima

La tua integrità
una nobiltà
ogni tanto cigola

quest' affinità
è un' estremità
ma non è una favola

La mia integrità
la tua fedeltà
con il tempo scivola

la complicità
è una rarità
ma non è una favola


MINIERA


Corre un treno verso me
Per portarmi la ricchezza
La speranza in tasca già
La tua voce debole
 
Parto amore aspetterò
Il tuo arrivo con ardore
La mia fede splende già
E il ricordo è flebile
 
Della calda estate
Quando c’incontrammo
E navigava il pensiero sui fumi
Delle ciminiere che ambivano al cielo
E ballare un bel tango era cosa normale
E cantare ancora di più!
 
Canta, cosi che trovi la felicità
Lascia la fantasia viaggiare in libertà
Esco dal fango
Che mi trattiene nella terra
Aria pulita, non ho più posto per te
 
Sulla pelle cenere
Il candore dei miei occhi
Non lo riconosco più
Tra l’odore del grisù
 
La fiammella oscilla
Cerco un altro varco
Com’era bello tuffarsi sui prati
Sorridere al buio soltanto la notte
Guardare il sole fino a lacrimare
E cantare, ancora di più
 
Canta, cosi che trovi la felicità
Lascia la fantasia viaggiare in libertà
Esco dal fango
Che mi trattiene nella terra
Aria pulita, non ho più posto per te

LA PRINCIPESSA


Vieni qui, sempre qui
Passi e prendi tutto quello che ti va
E non ti accorgi che dietro alle cose
Che ti fanno comodo ci sono io.
 
Io che sto qui per te
Che non voglio smettere di far così
Di darti tutto quello che ti serve
Quello che mi serve, perché piace a me.

 
Ma ogni tanto non sai accettare questa nostra intimità
Proverò, proverai, a perderci
Tanto so che resti qui
 
Hai deciso tu per me
Che eri affascinante come un principe
Ma sotto al mantello azzurro c’era lui
Il burattinaio delle favole
Guardami sono io
Una principessa senza regole
Non è cambiato niente e lo sa Dio
Colleziono ancora le tue briciole
 
Non ci vuoi stare più
Nella confusione che hai creato tu
Allora prendi questo cellulare
Dopo pranzo invitami per il caffè.
 
Non speravi oramai, che accettassi questa nuova intimità
Proverò, proverai, ad esserci
Tanto sai che resto qui
 
Ho deciso io per te
Che eri affascinante come un principe
Ma sotto al mantello azzurro c’ero io
La burattinaia delle favole
Guardami non ho più
Voglia di seguire queste regole
Non è cambiato niente e lo sa Dio
Conserviamo ancora queste briciole
 
Che lascio per te, che lasci per me
 
Woh oh oh oh oh oh oh…

La corona ce l’ho io
Scettro e marionette fanno al caso tuo
Stando sul mio trono mi diverto un po’
A guardarti errare ancora, piccolo

IL CÛR


Âstu di dâ un segnâl di te?
Âstu di dâi ce robe?!
Âstu di dâ un segnâl di te?
Âstu di dânus….
( un sens )
 
O volìn vê o volìn, propite chi daûr
O volìn vê o volìn, o volìn vê il cûr!
 
Ce ch’al jere amôr tal dì di vuê a son numars di codis  e…
par descrivi il vert a dopraran dome che la matematiche!!
E forsi a podaran spiegâ la nobiltât di une isule in mieç dal mâr,
però no rivaran a dimostrâ  parcè, il so plui profont parcè…
 
O volìn vê, o volìn,(Âstu di dâ un segnâl di te?)
O volìn vê uuh! (Âstu di dâi dimi ce robe?! )
O volìn vê, o volìn, (Âstu di dâ un segnâl di te?)
 O volìn vê il cûr!  (Âstu di dâi muse di mone! )
 
Un algoritmo scrit di un professôr mi dîs za ce ch’o fasarai,
cuntun studi sociâl a san cumò ce ch’a mi coventarà doman!    
E su la mê piel il timbri tatuât di une false modernitât,
cui sa cemût ch’a cjatin par tirâlu fûr? Tu âs di scoltâ simpri il cûr,
 
propite chi daûr…
ch’al bat achì daûr.
propite chi daûr…
ch’al bat achì daûr.
 
O volìn vê, o volìn,(Âstu di dâ un segnâl di te?)
O volìn vê uuh! (Âstu di dâi dimi ce robe?! )
O volìn vê, o volìn, (Âstu di dâ un segnâl di te?)
 O volìn vê eeh!  (Âstu di dâi muse di mone! )
propite chi daûr…
ch’al bat achì daûr.

PISCOLOGO

  
Ce brute siere, muse di cere, o’ stoi ben però qualchi dolôr…
Là c’a mi senti no mi lamenti, fami fevelà cun te dotôr…
No pues fa sence la me cusienze, vonde vê tal čjaf chisto sunôr!!
 
Forsit mi an tirade qualchi taconade, mi an imbussulade fevelandmi da l’amôr..
 
Dimi il parcè no, no viodares miôr di te la via?!
Biêle l’armonie dotôr, cjalde pereson che si spalanche.
Mostrimi le strade, spieghimi ce fa,
fasile, però, tasè che vosûte che, che vosûte che…
Mi sighe di sčjampà di corse quand che jò mi visi che une sole veretât no jé!
 
Vite c’a coste, colpe no juste, pêne sot la patine di libertât…
Dome fastidi chel c’o ai di vivi, no conservi plui la savietât…
O’ vin dome di côri oris ed oris, sâtu dami tu il significât?!
 
Vonde di gabanis, vonde di čjandelis, vonde di lumins e va in casin cu l’ombrenin..
 
Dimi il parcè no, no viodares miôr di te la via?!
Biêle l’armonie dotôr, cjalde pereson che si spalanche.
Mostrimi le strade, spieghimi ce fa,
fasile, però, tasè, fasile tasè che vosûte che…
 
E sighe gručie, lane di vêri ienfri tasses di monadis,
flame nêre, prove a sfrosegnale chiste lagrime di piêre!
 
E dimi il parcè no, no viodares miôr di te la via?!
Biêle l’armonie dotôr, cjalde pereson che si spalanche.
Mostrimi le strade, spieghimi ce fa,
Ma fasile, però, tasè, fasile tasè
 
Drenti chi di me po’, logic come c’al žuc da tria!
‘e čjante l’armonie sô, lenghe di nervôs c’a mi spavente.
Mostrimi le strade, spieghimi ce fa,
fasile, però, tasè che vosûte che, che vosûte che…
Mi sighe di sčjampà di corse quand che jò mi visi che une sole veretât no jé!

DIMMI COME FAI


Dimmi dove vai a gridare quanto sei infelice dimmi come fai a parlare sempre sottovoce dimmi come hai fatto a dire sempre di sì sotto quel soffitto fammi luce
Nascondi i lividi sotto un ombretto invisibile tu che non ti trucchi mai che abbassi gli occhi e vuoi sparire non aspettare più non c'è niente da chiarire guardati non sei più tu
Dimmi come fai ti convince se lo ascolti ancora come un ingranaggio ti divora
Nascondi i lividi non cambierà non t’illudere quello che ti ha fatto ormai non lo potrai dimenticare non ti fermare qui Non resistere per stare peggio di così
È possibile lo so che vuoi di più se mi aiuti io ti aiuterò ma di vivere devi decidere subito

Nascondi i lividi nessuna scusa è credibile taglia tutti i ponti sei ancora in tempo per cambiare non aspettare più non è amore se fa male e poi meriti di più